Si dice che nelle Azzorre si possa assistere al manifestarsi delle quattro stagioni in un solo giorno . . . non posso che confermarlo.
Lagoa do Fogo, per me un viaggio dantesco nello scatenarsi degli elementi naturali, una metafora della vita tra bellezza, fatica, sconforto e rinascita.
Un ascolto della natura che con repentino mutamento delle condizioni meteo riecheggia tutti gli stadi esistenziali di una esperienza di vita: dalla quiete, allo sconvolgimento per poi giungere ad un nuovo ordine. Il tutto in un solo giorno.
Il vento è il padrone indiscusso in ogni istante, regna sovrano ovunque.
Nell'apparente imperturbato panorama soleggiato e nello sconvolgimento totale delle condizioni climatiche, crea e distrugge come e quando vuole.
Parto la mattina in una piacevole giornata di sole autunnale, procedo verso Pico da Vela, una tra le cime più alte di Sao Miguel, attraversando l'inverno azzorriano con rovesci di pioggia e repentino abbassamento della temperatura che mai si penserebbe di incontrare nell'arcipelago. Il tutto si trasforma dopo un paio d'ore, quando nell'ormai pomeriggio inoltrato, si passa dalla furia degli elementi ad una piovosa primavera. Oramai giunta a Pico Barrosa, il tramonto oceanico che si scorge dietro i profili dei vulcani di Sete Cidades è il preludio ad un dolce finale estivo con brezza atlantica....esattamente come se niente fosse successo.
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